Inaugura il 2 aprile Esposizione Universale – L’arte alla prova del tempo: otto mostre racchiuse in un unico percorso espositivo che si snoda nelle sale di GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Non è una mostra universale per l’esuberante quantità dei Paesi ospitati, o per la varietà delle discipline rappresentate, non presenta le ultime novità della scienza della tecnica e dell’arte come accadeva e accade nelle Esposizioni Universali del XIX, XX e XXI secolo, ma rappresenta le novità di sempre perché “Tutta l’arte è contemporanea” (Gino De Dominicis).

Attraverso 100 opere circa, che vanno dal XV al XXI secolo, le otto sezioni della mostra affrontano alcune tematiche universali trattate nei secoli da artisti antichi, moderni e contemporanei. Periodi diversi si confrontano per mettere alla prova i metodi di rappresentazione e presentazione di argomenti eterni e sempre diversamente affrontati.
Il patrimonio dall’Accademia di Carrara di Bergamo è il punto di partenza del dedalo espositivo, un viaggio che arriva sino alle ultime tendenze artistiche.
In Esposizione Universale del Potere, Esposizione Universale del Quotidiano, Esposizione Universale della Vita, Esposizione Universale della Morte, Esposizione Universale della Mente, Esposizione Universale del Corpo, Esposizione Universale dell’Odio, Esposizione Universale dell’Amore, le opere di Giovanni Bellini, Bergognone, Sandro Botticelli, Vittore Carpaccio, Vincenzo Foppa, Pisanello, Tiziano, si specchiano con quelle di Christo, Francesco Clemente, Felice Casorati, Marcel Duchamp, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Gino De Dominicis, Jimmie Durham, Gilbert & George, Ilya Kabakov, Joseph Kosuth, Maria Lai, Marisa Merz, Pino Pascali, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, Jeff Wall, Gilberto Zorio, Mario Airò, Stefano Arienti, Simone Berti, Roberto Cuoghi, Meschac Gaba, Margherita Manzelli, Diego Perrone, Pietro Roccasalva, fra gli altri.
Da sottolineare come l’artista Ben Vautier ricorra in tutte le sale, in quanto si è scelta una serie di opere testo tipiche dell’artista francese come “motti” guida, quasi una “didascalia” visiva a introduzione di ogni tematica e sala.

Ieri e oggi, il prima e l’ora, il classico e il moderno si fronteggiano per sottolineare le influenze e le relazioni esercitate dal passato sul presente e viceversa, perché se è vero che la nostra eredità produce contemporaneità, è altresì vero che anche la contemporaneità produce, rileggendolo, il nostro passato.

Importante è segnalare come il catalogo, e quindi il sapere-pensiero della mostra, sia costruito utilizzando le moderne tecnologie affidando la raccolta dei pensieri dei relativi temi alla rete e al cellulare in modo da costruire un sapere-pensiero collettivo non dimentichi del fatto che, come diceva Mac Luhan, “Il mezzo è il messaggio”.
Ecco allora che Giacinto Di Pietrantonio ha posto domande sui temi della mostra via mail, chat, facebook, SMS. Il curatore, utilizzando il suo indirizzario mail, ha chiesto cosa sono la Vita e la Morte, oppure la rubrica del cellulare è servita per mandare messaggi in cui chiedeva cosa sono l’Amore e l’Odio; a facebook non poteva non affidare le questioni relative al Potere e al Quotidiano, visto l’uso che di questo ne hanno fatto e ne fanno oggi i politici a partire da Obama, mentre tramite chat ha dialogato su Corpo e Mente. Naturalmente i messaggi ricevuti non spiegano direttamente le opere in mostra, ma vi si affiancano nel tentativo di creare un ipertesto verbo-visivo collettivo.

In occasione della mostra Esposizione Universale – l’arte alla prova del tempo, la collezione di medaglie contemporanee, conservata presso la GAMeC, si arricchisce di un cospicuo numero di esemplari provenienti da raccolte private.

Circa 240 medaglie, per la maggior parte coniate, talvolta fuse, che testimoniano quanto la medaglia rappresenti un segno, un simbolo, un sigillo dei tempi, che pur nella pluralità odierna dei media conserva una indubbia e singolare capacità di documentazione, unitamente a una non minore validità estetica.