Il Kunsthaus Bregenz, in collaborazione con la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e con lo Studio Fabre, presenta la personale dell’artista belga Jan Fabre, From the Feet to the Brain, a cura di Eckhard Schneider e Giacinto Di Pietrantonio, in veste di curatore ospite.

La mostra, organizzata come evento a latere della 53a Biennale di Venezia, presenta il nuovo progetto dell’artista intitolato “From the Cellar to the Attic – From the Feet to the Brain”, realizzato per il Kunsthaus Bregenz nel 2008 e che ha rappresentato un passo molto importante per la sua carriera.

Con cinque tableaux sculturali, ciascuno dei quali riempie un’intera stanza, Fabre ha creato un mitico mondo di orrore, bellezza e metamorfosi oscillante tra sogno e realtà che sarebbe inimmaginabile in termini artistici convenzionali. I cinque livelli dell’installazione, che ripetendo lo schema del corpo umano prendono in prestito i suoi titoli metaforici da varie parti del corpo stesso – partendo dai piedi alla base per finire con il cervello al livello superiore – creano un Gesamtkunstwerk, ovvero un’opera d’arte totale, di misteriosa complessità.

Con la sua installazione “From the Feet to the Brain”, Fabre riflette sulle regole artistiche della sua opera e sui limiti della sua precedente attività, i cui principi di base possono essere così riassunti: 1) la coscienza della forza delle immagini del reale scoperta nei pittori fiamminghi, successivamente elaborata tramite la forza visiva di performances e teatro e finalmente emersa sotto forma di tableaux sculturali; 2) l’estrema concentrazione sul corpo come punto di cristallizzazione tra vita e morte, tra agonia ed appagamento; 3) l’attrazione per l’insetto in quanto simbolo della metamorfosi, soggetto di intense ricerche e importante materiale per disegni, per oggetti e per installazioni grandi quanto un’intera parete o un’intera stanza; 4) la costante applicazione del principio meccanico, automatico, in tutte le attività artistiche, un principio risalente alla scoperta del corpo e del comportamento degli insetti; 5) la passione per immagini speculari e raddoppiate, punto di partenza per numerose opere.

“I piedi”, “Il sesso”, “La pancia”, “Il cuore” e “Il cervello”: questi i cinque elementi nuovamente rappresentati nei padiglioni dell’Arsenale, ognuno dei quali ha una sua particolare, travolgente esperienza visiva. Mai prima d’ora Jan Fabre aveva eletto con tale radicalità il corpo a motivo principale sia della composizione complessiva che delle singole parti di un’opera. Nel Kunsthaus Bregenz le sculture sono state arrangiate verticalmente; qui saranno disposte in senso orizzontale. Con l’interpretazione pittorica del tema, Fabre esaurisce tutte le possibilità artistiche intrinseche alla sua opera e si concentra sul tema forse predominante nella sua produzione: il proprio corpo. “From the Feet to the Brain” ci mostra la visione ideale della vita elaborata dall’artista e rivela in modo più chiaro che mai quell’anacronismo artistico volutamente scelto che determina la sua particolarità artistica, che a volte è stata anche mal interpretata.

Catalogo a cura del Kunsthaus Bregenz.