La mostra è una riflessione potente e insieme lirica sui temi della casa e del valore dei vincoli affettivi, intesi sia come sfera privata sia come aspetto della vita pubblica: la storia intima e personale dell’artista si intreccia alla Storia dei grandi avvenimenti politici ed economici più recenti. In mostra i lavori a tempera su carta della serie The Wedding e la serie inedita completa di fotografie Home to go: alle immagini fortemente simboliche della serie fotografica – in cui l’artista ritrae se stesso sospeso tra la ricerca di un nido domestico e la libertà di una condizione nomade – si mescola la dimensione autobiografica dei piccoli lavori pittorici (scene e dettagli ripresi dal matrimonio in Albania dello stesso Adrian Paci) che testimoniano la volontà di salvare, attraverso l’arte e la pittura, il ricordo di un mondo affettivo sempre più lontano: “Questi quadri sono una sorta di viaggio verso luoghi, paesaggi e persone che conosco bene. E’ un tentativo di ritorno ma la distanza non si annulla, anzi, diventa elemento essenziale del lavoro”. (Adrian Paci) L’artista, nato a Shkoder, Albania nel 1969 e da qualche anno residente in Italia, si è imposto all’attenzione del pubblico internazionale per la poesia e la forza del suo lavoro incentrato sull’identità, la memoria e i conflitti tra culture differenti, tutti temi che ci riportano alla condizione di estraneità e senso di abbandono di chi si sposta dal proprio paese verso una terra straniera. L’intera mostra è una riflessione potente e insieme lirica sui temi della casa e del valore dei vincoli affettivi, intesi sia come sfera privata sia come aspetto della vita pubblica: la storia intima e personale dell’artista si intreccia alla Storia dei grandi avvenimenti politici ed economici più recenti. In mostra i lavori a tempera su carta della serie The Wedding e la serie inedita completa di fotografie Home to go: alle immagini fortemente simboliche della serie fotografica – in cui l’artista ritrae se stesso sospeso tra la ricerca di un nido domestico e la libertà di una condizione nomade – si mescola la dimensione autobiografica dei piccoli lavori pittorici (scene e dettagli ripresi dal matrimonio in Albania dello stesso Adrian Paci) che testimoniano la volontà di salvare, attraverso l’arte e la pittura, il ricordo di un mondo affettivo sempre più lontano: “Questi quadri sono una sorta di viaggio verso luoghi, paesaggi e persone che conosco bene. E’ un tentativo di ritorno ma la distanza non si annulla, anzi, diventa elemento essenziale del lavoro“. (Adrian Paci)

L’artista, nato a Shkoder, Albania nel 1969 e da qualche anno residente in Italia, si è imposto all’attenzione del pubblico internazionale per la poesia e la forza del suo lavoro incentrato sull’identità, la memoria e i conflitti tra culture differenti, tutti temi che ci riportano alla condizione di estraneità e senso di abbandono di chi si sposta dal proprio paese verso una terra straniera.