A poche settimane dall’apertura delle quattro nuove mostre promosse dalla GAMeC, il museo presenta al pubblico l’intervento che l’artista rumeno Dan Perjovschi (Sibiu, 1961) è stato invitato a progettare per il lancio de La Collezione Impermanente, la nuova piattaforma di ricerca, espositiva e laboratoriale ​che intende riflettere sul carattere dinamico, e per certi aspetti contraddittorio, di una collezione solitamente definita per mezzo dell’attributo contrario (permanente).
Il progetto, che impegnerà la Galleria per i prossimi anni, metterà in campo un’azione programmatica che andrà a costituire al contempo uno strumento di ricerca sul patrimonio custodito, uno spazio di riflessione sul collezionismo e sulle politiche istituzionali di acquisizione e un terreno di sperimentazione curatoriale propedeutico all’apertura della nuova sede, prevista per il 2022, e all’acquisizione di nuovi nuclei di opere per la città.

Temi che rappresentano il punto di partenza della provocatoria campagna pubblicitaria ideata da Dan Perjovschi per la GAMeC, che sarà visibile nelle strade della città di Bergamo a partire dal 16 maggio: sei manifesti d’artista che intendono stimolare una riflessione sulla crisi del modello tradizionale di museo
legato alle collezioni e, al tempo stesso, sulla problematica trasformazione delle istituzioni culturali in spazi per eventi tendenti alla spettacolarizzazione.

Celebre per i suoi interventi murali nei più grandi musei del mondo, come il MoMA di New York o la Tate Modern di Londra, e per le sue vignette sarcastiche, l’intervento dell’artista per la GAMeC si sviluppa al di fuori dello spazio museale, al fine di raggiungere un pubblico più ampio attraverso una serie di disegni immediati e ironici legati al mondo dell’arte.

I manifesti saranno visibili nelle strade della città di Bergamo per due settimane, anticipando l’apertura de La Collezione Impermanente #1 – primo appuntamento di questo ciclo, a cura di Valentina Gervasoni e A. Fabrizia
Previtali – che racconterà il costituirsi e l’evolversi delle raccolte della GAMeC, presentando una selezione dei principali nuclei di opere in relazione al loro periodo di ingresso in museo, facendo convivere, dentro un insieme articolato e a tratti cacofonico, autori moderni, maestri del Novecento e opere d’arte contemporanea.