Alberto Vitali (Bergamo 1898-1974) torna nella sua città natale – a quarant’anni dalla scomparsa – con una rassegna, promossa e organizzata dalla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, che propone un’approfondita analisi del percorso dell’artista, caratterizzato da una piena adesione alla modernità, dall’originalità delle invenzioni iconografiche, da un profondo legame con Bergamo, da una pittura dotata di estrema raffinatezza.

Vitali fa da ponte culturale tra le due guerre, sviluppando una ricerca coerente, aggiornata, consapevole, che lo porta a essere punto di riferimento per più generazioni di artisti, e la mostra – allestita nella Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione dal 1 ottobre 2014 al 6 gennaio 2015 – offre agli appassionati d’arte moderna un’occasione da non perdere.

A cura di Massimo De Sabbata, Amedeo Pieragostini e M. Cristina Rodeschini, con la collaborazione di Angela Fabrizia Previtali, la mostra presenta ottanta dipinti esposti grazie alla disponibilità di alcuni musei italiani (Pinacoteca e Accademia di Belle Arti di Brera, Museo del Novecento, Milano; Museo Morandi, Bologna; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Museo Civico e Pinacoteca di Alessandria), di istituzioni pubbliche (Provincia di Bergamo; Camera di Commercio di Bergamo) e di collezionisti privati.

Dopo la mostra postuma a Bergamo nel 1975 e la retrospettiva svoltasi alla Permanente di Milano nel 1985, è la prima monografica di tale ampiezza dedicata alla produzione dell’artista, con una panoramica dagli anni Venti – quando Vitali inizia a dipingere – agli anni Sessanta del Novecento.

Il percorso espositivo si articola per temi e individua sei sezioni dedicate ai generi prediletti dal pittore: i Paesaggi, le Vedute di Bergamo, le Nature Morte, le Mascherate, gli Interni con figure, i Ritratti e gli Autoritratti.

Per ricordare le relazioni culturali di alto profilo tessute da Alberto Vitali con alcuni dei protagonisti dell’arte italiana del Novecento, il percorso espositivo accoglie dipinti di Carlo Carrà, Mario Sironi, Arturo Tosi, Ottone Rosai, Giorgio Morandi; una preziosa opera di James Ensor segnala le affinità elettive di Vitali.

Accompagna la mostra un catalogo – edito GAMeC Books – che include contributi di Giorgio Fossaluzza, Massimo De Sabbata, Amedeo Pieragostini, Valentina Raimondo e M. Cristina Rodeschini.

Dall’11 novembre 2014 al 6 gennaio 2015, nell’elegante sala dell’Ex Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti in Città Alta sarà esposta una selezione di sessanta incisioni, arte alla quale Alberto Vitali si è dedicato con continuità insieme alla pittura.

Per l’occasione viene pubblicato il catalogo delle incisioni dell’artista, che fa seguito all’edizione ormai esaurita del 1984 curata da Amedeo Pieragostini.

Main Sponsor:
Fondazione Banca Popolare di Bergamo

Con il contributo di:
Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus
Fondazione Credito Bergamasco

 

Note biografiche
Di umili origini, dopo l’istruzione primaria lavora come intagliatore in un mobilificio e contemporaneamente frequenta a Bergamo i corsi serali della Scuola d’arte e di disegno applicato. Tra il 1916 e il 1920 è arruolato come volontario, partecipando alla prima guerra mondiale. Rientrato a Bergamo riprende negli anni venti il suo lavoro di artigiano del legno ed inizia a dipingere. La morte di entrambi i genitori lo costringe a intensificare l’attività come restauratore, doratore e intagliatore.

È del 1927 il suo esordio pubblico con la partecipazione all’Esposizione Nazionale d’Arte della Regia Accademia di Brera, allestita presso la Permanente di Milano. La sua prima presenza alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia è del 1928, manifestazione alla quale esporrà nelle edizioni del 1930, 1934, 1936, 1940, 1948, 1950. Nel 1929 viene invitato alla prima mostra del Novecento Italiano, promossa da Margherita Sarfatti. Alla Biennale di Brera dello stesso anno viene premiato con medaglia d’oro dal Ministero per l’Educazione Nazionale.

Partecipa alla Quadriennale di Roma nel 1931. Nel corso degli anni trenta frequenta Ardengo Soffici e Mino Maccari, fondatore con Leo Longanesi del periodico satirico ‘Il Selvaggio’. Partecipa a tutte e quattro le edizioni del Premio Bergamo (1939-1942), il più interessante concorso nazionale di pittura del periodo. Negli anni Quaranta Vitali si produce in un’intensa attività artistica con la partecipazione a mostre collettive, a premi – nel 1950 ottiene il Premio Roma. Dagli anni Sessanta abbandona progressivamente la tecnica a olio per dedicarsi all’acquarello in immagini ispirate dal Lago d’Iseo e dal paesaggio alpino dell’Engadina.

Nel 1975 il Comune di Bergamo gli dedica una mostra postuma nel Palazzo della Ragione.