La GAMeC dedica a Giuseppe Milesi un omaggio, a dieci anni dalla scomparsa.
Artista generoso e longevo, ha attraversato il Novecento dedicandosi intensamente alla pittura, con la quale ha esplorato, essendo dotato di una particolare verve, i generi del paesaggio e della natura morta, senza ignorare la figura.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo nel quale raggiunge il pieno successo, si concentra una lussureggiante sequenza di tele dalla pittura eccitata, accesa da una violenza cromatica che incendia i colori. Sontuosi si fanno i fondali rossi in cui immerge le immagini, fatte vibrare da una calda sensualità e create dal colore.
Una quindicina di grandi formati intercetta questo percorso eccentrico, segnato dall’eccellenza del colore.
‘Il colore deve essere pensato, sognato, immaginato’ disse Gustave Moreau. Attraverso il colore Milesi sostituisce il principio dell’imitazione con quello dell’affinamento formale, dell’immediatezza espressiva, della pienezza vitale.
Hanno contribuito alla definizione del suo stile l’antiaccademismo della Scuola Romana (Scipione e Mafai) e l’internazionalità della cultura espressionista (Nolde, Kokoschka). Ogni esasperazione drammatica è però destinata in Milesi a stemperarsi in immagini ora visionarie, ora sensuali, nelle quali l’armonia cromatica determina ogni cosa.