BERGAMO FILM MEETING 2007 – XXV Edizione
CINEMA POLACCO DEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA
del Fondo Cinematografico Nino Zucchelli

Dopo il successo della rassegna sul cinema cecoslovacco degli anni Sessanta presentata a Bergamo Film Meeting 2006, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea prosegue la riscoperta del Fondo Cinematografico Nino Zucchelli, importante collezione donata alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Accademia Carrara e in deposito presso LAB80, proponendo la rassegna cinema polacco degli anni Sessanta e Settanta con film di autori come Polanski, Skolimowski e Zanussi. I giovani registi della seconda generazione – successiva a quella dei “padri” del cinema polacco come Wajda e Munk – mostrano nelle loro produzioni d’esordio un’insofferenza generazionale al ruolo dell’artista come portavoce della storia e dell’identità nazionale e si concentrano sul presente e sulle ansie quotidiane degli individui, cercando di mostrare le “barriere” – da qui il titolo del film di Skolimowski premiato nel 1966 al Gran Premio Bergamo – che si ergono tra le aspirazioni dei giovani e la società che cerca di imbrigliarli tra convenzioni e divieti.

I film Bariera (Barriera, 1966) di Jerzy Skolimowski e Za sciana (Dietro la parete, 1971) di Krzysztof Zanussi hanno in comune il fatto di essere stati girati “senza sceneggiatura”, utilizzando l’improvvisazione come metodo per liberarsi da schemi narrativi abusati. Skolimowski scrive una prima sceneggiatura per il documentarista Karabasz, non pensando poi di doversi occupare della messa in scena, ma quando Karabasz abbandona la produzione, Skolimowski decide di girare un nuovo film con i soldi rimasti occupandosi di tutto, dai bozzetti alla scenografia. Zanussi riprende una sceneggiatura scritta tre anni prima e trovandola superata si affida alla bravura degli attori che inventano le battute cercando le giuste parole per esprimersi in un momento di crisi, affinando le capacità di autosuggestione apprese alla scuola di Grotowski.
I documentari Zanim opadna liscie (Zingari, 1963) di Wladyslaw Slesicki e Krzysztof Penderecki (1968) di Krzysztof Zanussi, il primo dedicato alla vita di una comunità rom e il secondo alla personalità di un compositore contemporaneo, mostrano la grande professionalità che caratterizza la produzione documentaristica polacca, frutto della seria tradizione didattica della Scuola nazionale di cinema, teatro e televisione di Lodz.

La rassegna proposta dalla GAMeC rientra nel cartellone di Bergamo Film Meeting, quest’anno attento a coniugare i fermenti del nuovo con riscoperte, sguardi eccentrici e cinema dei classici. Tra i momenti più suggestivi del composito programma si ricorda la presenza della retrospettiva Ricorda con rabbia dedicata all’urlo che percorre il cinema inglese dagli anni Cinquanta a oggi, il focus su Jan Sverák, il giovane regista più premiato al mondo e l’omaggio al genio della commedia Billy Wilder.

GIOVEDI 15 MARZO ore 9.45
Krzysztof Penderecki, Krzysztof Zanussi
1968, 35 mm, bianco e nero, 40 min.
Produzione: Televisione polacca, edizione italiana
XI Gran Premio Bergamo concorso internazionale del film d’autore, 1968

Il regista Krzysztof Zanussi realizza, agli esordi della sua carriera, un ritratto filmato di Krzysztof Penderecki, compositore polacco la cui sperimentazione sonora ha raggiunto fama internazionale. Tra le sue opere più celebri si ricordano la Trenodia per le vittime di Hiroshima e il Dies Irae per le vittime di Auschwitz.
Il documentario, prodotto per la televisione polacca, è la prima intervista concessa dal compositore e le finalità divulgative della produzione sono condivise dallo stesso Zanussi, che dichiara in un’intervista “Sono abbastanza orgoglioso di questo documentario perché, amando io la musica contemporanea, ho cercato di spiegarla, di introdurre l’ascoltatore che la rifiuta”.

GIOVEDI 15 MARZO ore 16.15
Zanim opadna liscie (Zingari), Wladyslaw Slesicki
1963, 35 mm, bianco e nero, 29 min.
Produzione: Wytwornia Filmow Documentalnych, edizione polacca
VII Gran Premio Bergamo internazionale del film d’arte e sull’arte, 1964

Il regista segue gli spostamenti di una comunità di rom polacchi documentando da vicino la loro vita quotidiana; il racconto è costruito senza ricorrere al meccanismo dell’intervista perché non è la parola ma le immagini a tessere il filo della storia collettiva. Il documentario è animato da molte scene corali che mostrano il forte senso di appartenenza degli individui al gruppo: i bambini che giocano, gli uomini che cavalcano liberi, le donne che danzano attorno al fuoco. La narrazione filmica, che si apre e si chiude con le carovane in viaggio, ha un andamento circolare che riflette la scansione del tempo della comunità, profondamente legata alle ricorrenti peregrinazioni.

VENERDI 16 MARZO ore 20.30
Bariera (Barriera), Jerzy Skolimowski
1966, 35 mm, bianco e nero, 77 min.
Produzione: ZRF Kamera, edizione polacca, sottotitoli in francese
IX Gran Premio Bergamo concorso internazionale del film d’autore, 1966

Il film si apre con l’inquadratura del protagonista con le mani legate dietro la schiena, in ginocchio mentre grida: “Quando avevo la borsa di studio, mi vendevo allo Stato! Ora mi posso vendere a chi voglio io!”. Comincia così il processo di “liberazione” di uno studente che decide di fuggire dalle convenzioni e di superare le “barriere” entro cui si sente imprigionato. Il suo vagabondaggio dura solo un giorno, la vigilia di Pasqua, ed è punteggiato da avvenimenti reali – tra cui l’intenso incontro con una ragazza che guida un tram – che sfociano in situazioni grotteste e surreali e suggeriscono un profondo senso di inadeguatezza.

SABATO 17 MARZO ore 9.45
Za sciana (Dietro la parete), Krzysztof Zanussi
1971, 35 mm, bianco e nero, 59 min.
Produzione: Tor Film Unit, edizione polacca, sottotitoli in francese
XIV Mostra del Film d’Autore, Sanremo, 1971

Una giovane biologa cerca di trovare impiego come ricercatrice, tentando di avvalersi dell’aiuto di un docente che casualmente scopre essere un vicino di casa che abita, appunto, “dietro la parete”. La protagonista, provata da una frustrante inconcludenza professionale e da un vuoto affettivo, cerca un contatto umano con l’affermato professore ma lui la respinge e la notte stessa la ragazza tenta il suicidio. Nonostante questa drammatica richiesta di aiuto tra i due continua a rimanere una parete di incomunicabilità ed il film si chiude con il professore che scorge dalla finestra la ragazza, debole e pallida, mentre annaffia i fiori.