In occasione delle celebrazioni per l‘International Jazz Day – promosso per la città di Bergamo dal Centro Didattico produzione Musica – lo Spazio ParolaImmagine della GAMeC ospita la conferenza Paolo Arzano, il jazz del futuro, dedicata alla figura del fondatore del Festival Jazz di Bergamo, giornalista, cronista sportivo, uomo di cultura, scomparso lo scorso anno.

Giovedì 5 maggio 2016, alle ore 20:00, Paolo Arzano verrà ricordato da alcuni amici e promotori a vario titolo del jazz nella città di Bergamo:

Gianluigi TrovesiGianni Bergamelli e Claudio Angeleri, musicisti
Dario Guerini, fotografo
Claudio Calzana, scrittore e co-autore con Paolo Arzano del libro Jazz Live in Bergamo
Livio Testa, organizzatore e tra i fondatori di Clusone Jazz
Ugo Bacci, giornalista de L’Eco di Bergamo  

Paolo Arzano ha dedicato una buona parte della sua attività giornalistica alla musica jazz che da passione musicale si è via via trasformata in un’attività professionale. Fondatore grazie all’Azienda Autonoma del Turismo della Rassegna Internazionale del Jazz, poi Bergamo Jazz, denominazione data dallo stesso Arzano, ha avuto l’opportunità di invitare i grandi nomi del jazz mondiale a Bergamo.

“Pensava che il jazz sarebbe diventato il genere musicale di maggior rilievo nella nostra vita. Il cinema, la pubblicità usano da decenni il jazz” – commenta la moglie Carla Arzano – “[…] Le persone non si rendevano ancora conto di quanto questo genere musicale sia parte di noi e quanta influenza eserciti su tutti gli altri generi musicali e Arzano condivideva con altri importanti studiosi questa tesi: dal jazz nascono tutti i generi moderni in una catena che arriva fino al rock”.

Fra le idee vincenti di Arzano va segnalata quella di far incontrare i grandi musicisti per lo più americani, patria del genere, con quelli italiani e poi con i primi artisti locali che si affacciavano sulla scena jazzistica: Gianluigi Trovesi, Gianni Bergamelli, Claudio Angeleri e Tino Tracanna, tra i tanti. Ciò serviva alla crescita artistica, ma anche alla formazione di un pubblico che andava fidelizzato e alla crescita degli artisti locali che a loro volta sarebbero stati invitati nei festival stranieri. Oltre al festival, momenti clou dell’attività jazzistica venivano promossi, nel corso dell’anno, decine di concerti anche nei paesi di provincia, nelle fabbriche, nelle sale dei ristoranti, nei locali notturni.  “Ora pare tutto scontato, – sottolinea Gianni Bergamelli – “ma lo stupore suscitato da un gruppo di musicisti neri in un cinema di periferia all’inizio degli anni Settanta era palpabile. È stata un’opera lunga, paziente, laboriosa e a tratti anche personalmente dispendiosa e di capillare diffusione di conoscenza e di amore per la musica jazz”.

Arzano ha donato le sue collezioni di jazz, la prima alla biblioteca Tiraboschi di Bergamo, la seconda a Clusone Jazz e la più recente, interamente su CD, al CDpM ove viene utilizzata quale strumento didattico.