Dal 18 maggio al 21 luglio 2013 la GAMeC di Bergamo è lieta di ospitare un progetto che – come suggerisce il titolo – nasce con l’intento di mettere a confronto il percorso artistico di quattro importanti protagonisti dell’arte contemporanea: Enrico Castellani, Dan Colen, Dadamaino e Piotr Uklański.

Attraverso una panoramica di cinquanta opere, la mostra ripercorre e attualizza le ricerche sull’arte astratta, cinetica e programmatica intraprese alla fine degli anni Cinquanta, maturate negli anni Sessanta e oggi rilette e reinterpretate.
Dalle sperimentazioni geometrico-percettive di Dadamaino, sviluppate nella composizione di un alfabeto visivo di segni – conosciuto come alfabeto della mente – alle opere di Enrico Castellani, il cui ruolo artistico e teorico – come fondatore insieme a Manzoni della rivista Azimuth – è ritenuto di fondamentale importanza nella storia dell’arte astratta del Novecento per la capacità di ridurre a un grado zero, impersonale e monocromo, la tradizione pittorica, utilizzandone tuttavia gli stessi mezzi espressivi: la tela, il pennello e il colore.

Le opere dei due artisti italiani, nati nel 1930, saranno messe a confronto con i lavori dell’artista polacco, ma newyorkese d’adozione, Piotr Uklański (1968) e dell’americano Dan Colen (1979): Uklański indaga il significato della pittura e il gesto del dipingere; nelle sue opere la lezione dell’astrazione si unisce all’immaginario e al linguaggio dell’arte performativa e della cultura popolare. Dan Colen, infine, si appropria di elementi della cultura underground e in particolare punk degli anni Settanta: piccole borchie d’acciaio vengono applicate e movimentano tele monocrome, luogo di mediazione tra oggetto e pittura, storia e cultura.