In parallelo alla grande mostra Mario Cresci. La fotografia del no, 1964-2016, che la GAMeC dedica all’artista fino al prossimo 17 aprile, dall’11 marzo al 7 maggio lo spazio PersicoArt di Nembro presenta un insieme di lavori realizzati da Cresci negli ultimi anni e incentrati sul rapporto tra arte e produzione industriale.

Lo spazio storico che un tempo accoglieva i primi uffici del Gruppo Persico ospita ora opere nate dalla collaborazione tra Cresci e alcune aziende del territorio: la serie B&CXR, il progetto che l’artista ha realizzato nel 2010 con Gabriele Basilico per Officina Italiana Design nei Cantieri Riva di Sarnico; una selezione delle fotografie esposte nel 2009 presso la Galleria Elleni di Bergamo in occasione della mostra Sottotraccia – le serie site-specific Immagina giochi (2009) per la B.M. Industria Bergamasca Mobili di Bagnatica, Le macchine di Penelope (2009) per il Cotonificio Albini di Albino e Pietre Coti (2009) per il Laboratorio Museo Pietre Coti di Pradalunga. Un’opera inedita realizzata nel 2017per i Cantieri Persico Marine apre il percorso espositivo.

Due termini fondamentali regolano il rapporto di Cresci con gli spazi della produzione e con gli oggetti prodotti dal lavoro: tecnica e poesia. Per l’artista, l’opera fotografica si forma attraverso la mediazione di elementi di percezione, di osservazione e, non ultima, di “visibilità”, una sorta di vista interiore; un percorso di lettura e conoscenza che apre a forme nuove che portano “ad altro” attraverso interventi che modificano, anzi “contaminano” la scena. Più in generale, queste continue interazioni operano sull’immagine che, allontanata dal contesto di specifica appartenenza, approda a una nuova identità, diventa portatrice di senso, di significato e di forme.

Cresci non è nuovo all’indagine del rapporto tra il mondo dell’arte e quello dell’imprenditoria: nel 1998 ha lanciato ArteImpresa, un progetto nato all’interno dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara – da lui diretta dal 1991 al 1999–che mirava a promuoverne il dialogo e che ha posto in relazione il mondo della ricerca e della produzione industriale del territorio con i saperi dell’arte e del suo ruolo nella contemporaneità.