Conferenza di presentazione dell’opera ‘Interno’
che entra a far parte della Collezione Permanente della GAMeC

12 novembre 2013, ore 12:00
GAMeC, Spazio ParolaImmagine

Martedì 12 novembre 2013, alle ore 12:00, presso lo Spazio ParolaImmagine della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo si terrà la conferenza di presentazione dell’opera Interno (1986, olio su tavola, cm 42×41,5), dipinto di Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927- Bergamo, 2001) che – grazie alla generosa donazione di Casimiro Porro – entra a far parte delle raccolte d’arte del museo.

Intervengono:
Franco Tentorio – Sindaco del Comune di Bergamo
Claudia Sartirani – Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo
Mario Scaglia – Presidente GAMeC
M. Cristina Rodeschini – Responsabile Accademia Carrara e GAMeC, Direttore

Sarà presente:
Casimiro Porro – Donatore dell’opera

Fino al prossimo 8 dicembre il dipinto sarà esposto nell’ambito della Collezione Permanente, Spazio Caleidoscopio, in una mostra – a cura di M. Cristina Rodeschini – che presenta l’opera realizzata dall’artista nel 1986.

Il dipinto mette in scena uno dei temi più cari a Ferroni, ma che è innanzitutto concetto filosofico: il VUOTO. ‘Condizione sconfortante dello spirito contemporaneo occidentale… la non presenza umana; l’estraneazione, e spesso, più recentemente l’attesa…Io, laico convinto, sono in attesa di un improbabile evento, o apparizione, ma soprattutto di un senso da  dare; dare nuova significanza a ciò che non ha più significato… il vuoto è condizione positiva in quanto preceduto dall’annientamento di tutti i vecchi valori….tutto l’armamentario che si era incrostato sulla realtà, rendendola inintelligibile, incomunicabile’. Così affermava Ferroni nel 1994.
Nel comporre l’immagine, l’artista adotta un procedimento di accumulazione: una sequenza di fotogrammi sottoposti a un lavoro di montaggio che richiede il controllo di ogni dettaglio.

Completano l’esposizione alcune fotografie dello stesso artista, attraverso le quali Ferroni ordina, calibra, approfondisce l’immagine prima di procedere alla realizzazione pittorica finale.
Accompagna la presentazione del dipinto una pubblicazione (Lubrina Editore) che include testi di A. Fabrizia Previtali, Maria Grazia Recanati, M. Cristina Rodeschini e Giuliano Zanchi.

La donazione

Il sodalizio tra l’artista e colui che diverrà uno dei più noti e stimati intermediari d’arte italiani risale agli anni Cinquanta, quando Casimiro Porro frequenta lo studio di Ferroni, per sua diretta testimonianza luogo in cui ‘si partecipava a un fitto dialogo, a un dibattito intellettuale appassionante, a uno scambio di idee nuove. Ferroni era molto aggiornato sui fatti della cultura europea di quegli anni, dalla pittura alla musica, dal cinema alla fotografia. Questo impegno, questo fortissimo interesse per ciò che stava accadendo nel mondo, la dedizione profonda alla pittura, l’interrogazione sul futuro dell’arte permeavano l’attività di Ferroni, infondendo alle sue opere una tensione morale e un senso quindi di missione culturale del tutto unici’.
I destini dei due amici si sono incrociati professionalmente più volte nel corso della vita, non senza ‘momenti di separazione e di lontananza’. Il rapporto, tuttavia, non si è mai interrotto, nel segno di una solida amicizia di gioventù.
Porro, che tenne sempre nel suo studio due dipinti di Ferroni, identifica quale ‘costante evolutiva’ della pittura dell’artista la sapienza nel montaggio delle immagini, secondo un processo che si ispira al cinema, quello di qualità che i due amici conobbero a Milano attraverso le firme dei grandi maestri della Nouvelle Vague e del Neorealismo.