Dal 19 marzo al 18 maggio 2008 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita nello Spazio Zero la personale di Luca Vitone dal titolo Ovunque a casa propria.
La mostra è la terza e ultima tappa di un progetto itinerante, nato dalla collaborazione tra la GAMeC e le due istituzioni che la hanno ospitata precedentemente: il Casino Luxembourg e l’O.K Centrum für Gegenwartskunst di Linz. A cura dei direttori delle istituzioni coinvolte – Enrico Lunghi, Martin Sturm e Giacinto Di Pietrantonio – la mostra è la prima di una serie di iniziative di valorizzazione del patrimonio della collezione permanente della GAMeC, attraverso personali di artisti delle ultime generazioni presenti nelle raccolte del museo.

Il titolo della mostra nasce dall’affermazione dell’artista di sentirsi “a casa ovunque”, contro qualsiasi tendenza nazionalistica o xenofoba, mentre il suo frequente ricorso alle forme delle mappe e delle planimetrie, genera una forma di antropologia estetica in cui si intrecciano cultura, sentimento e politica.

La mostra offre una panoramica del lavoro dell’artista dagli anni ottanta a oggi, secondo un percorso espositivo differente in ciascuna delle tre sedi, e illustra la varietà dei mezzi utilizzati da Vitone: video, installazione, fotografia, suono, performance. Alla GAMeC sono presenti 13 opere che indagano l’idea dell’appartenenza in tutte le sue declinazioni: geografica, culturale e identitaria. Il concetto di luogo, infatti, è sempre stato al centro della poetica di Vitone e continua a essere l’oggetto di analisi che intreccia rigore concettuale, poesia, folklore e storia. Quelli presenti nelle sue opere sono i luoghi specifici dell’arte, raccontati attraverso opere come Galleria Pinta(1988) che replica in scala 1:1 la pianta della galleria genovese dove l’artista ha esposto per la prima volta, oppure sono i luoghi della memoria privata e della formazione dell’identità individuale, o i luoghi del nomadismo culturale, come nel caso di Der Umbestimmte Ort, un’installazione del 1994 sulla cultura Rom. Nel lavoro di Vitone tutte i simboli dell’appartenenza e della condivisione – dalle bandire ai canti popolari – si intrecciano alle testimonianze della cultura materiale –come la cucina – a formare un’intensa geografia simbolica.

La mostra alla GAMeC è caratterizzata da un lavoro inedito e commissionato a Vitone per gli spazi pubblici della città di Bergamo. L’opera è un collage di interviste a migranti che risiedono in città e provincia, realizzate attraverso la collaborazione con i Mediatori Museali della GAMeC. Nell’ultima settimana di apertura della mostra, e in coincidenza con la Giornata Mondiale dei Musei, promossa dall’ICOM, che quest’anno ha come tema “I musei come agenti di cambiamento sociale e sviluppo”, vari punti della città saranno animati da un’installazione sonora in cui persone provenienti da più parti del mondo raccontano come e se immaginano il proprio ritorno a casa. Una polifonia di accenti e suggestioni come in una moderna Odissea, fatta di speranze, memoria e futuro.

Accompagna la mostra una monografia edita in tre lingue (inglese, tedesco e italiano) da Folio Verlag, con testi di Roberto Pinto, Jimena Blázquez, Emanuela De Cecco, Luca Lo Pinto, Alessandro Rabottini e Astrid Wege, oltre che dei curatori. Completa il libro una conversazione tra l’artista e Andrea Lissoni.

Luca Vitone (Genova 1964, vive e lavora a Milano) ha partecipato alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Valencia nel 2003, alla Sharjah Biennial nel 2007. Ha esposto in numerosi musei e istituzioni pubbliche e private. Personali gli sono state dedicate dal PS1 di New York e dal Palazzo delle Esposizioni di Roma (2000); dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (2004) e MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2007).
Ha preso parte a numerose collettive a Villa Medici, Roma (1999); al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2000); al PAC, Milano (2000, 2006); al Lenbachaus Kunstbau, Monaco (2001); al National Centre for Contemporary Arts, Mosca (2002); al MAMCO Musée d’Art Moderne et Contemporain, Ginevra e all’ARC Musée d’Arte Moderne de la Ville de Paris, Parigi (2003); a Villa Arson, Nizza (2004) e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2005).