Dal 18 al 23 dicembre la GAMeC ospita il progetto Museo, terra di migrazione che intende presentare il concetto di “migrazione” non solo in quanto legato alla provenienza geografica di una persona, ma quale condizione temporanea dell’esistenza.

L’evento, promosso con il sostegno del Comune di Bergamo, si svolge in occasione della Giornata Internazionale per i diritti dei migranti – che cade il 18 dicembre – e intende sottolineare l’impegno della GAMeC a coinvolgere categorie legate alla fragilità, generalmente “non pubblico” per i musei: non solo i migranti, quindi, ma anche persone con difficoltà e patologie psico-fisiche, dalle persone affette da Alzheimer ai non vedenti e non udenti, alle persone impossibilitate ad accedere agli spazi espositivi, come nel caso dei detenuti.
Il progetto sarà inoltre diffuso attraverso una rete tra Comune, Caritas Diocesana e altre realtà importanti del territorio che mira a coinvolgere le persone migranti affinché possano esserne i primi fruitori.

L’esposizione ha come filo rosso l’assenza, la fragilità, e riunisce i lavori dei detenuti della Casa Circondariale di Bergamo, i lavori delle persone affette da Alzheimer che partecipano a un progetto di eccellenza dei Servizi Educativi di Palazzo Strozzi, la mostra Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile e la mediazione di 22 studenti dell’ITS Vittorio Emanuele II, indirizzo Turismo, nell’ambito di un percorso di alternanza scuola-
lavoro.

La mostra nasce da un progetto di formazione che ha coinvolto quest’anno le città di Bergamo e di Firenze, in una “migrazione culturale” che ha visto gli educatori delle due istituzioni muoversi nel senso di una reciproca e gratuita formazione: i professionisti della GAMeC hanno avuto la possibilità di conoscere le attività pensate a Palazzo Strozzi da Irene Balzani, Responsabile dei Servizi Educativi, legate all’Alzheimer; i colleghi fiorentini hanno appreso le modalità di lavoro che i Servizi Educativi della GAMeC portano avanti nella Casa Circondariale della città.

Le opere su cui detenuti e anziani hanno lavorato, guidati da due artiste – a Bergamo Maddalena Lusso; a Firenze Cristina Pancini – sono caratterizzate da una natura “migrante”: gli educatori della GAMeC si sono confrontati con il progetto Enchanted Bodies / Fetish for Freedom a cura di Bernardo Mosqueira, e in particolare sull’opera Project Voyage dell’artista beninese Meschac Gaba; a Palazzo Strozzi si è lavorato nell’ambito della mostra Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna, a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, con l’opera Dio fluviale di Michelangelo.

Project Voyage è un’opera composta da pallet e bastoni di legno a cui sono annodate le bandiere di ONU, Brasile, Lega degli Stati Arabi, Cina, Russia, NATO, Vaticano, Austria, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Unione Europea, Tibet e Israele. Uno di questi “fagotti” è stato portato nella Casa Circondariale di Bergamo, fungendo così da fulcro di
ricerca e riflessione per la realizzazione di oggetti in creta legati alla migrazione di ricordi o speranze.

Il Dio fluviale di Michelangelo è composto da fili di ferro, paglia, argilla e fibre vegetali, ed era stato pensato come modello di un’opera eterna, in marmo, che l’artista avrebbe dovuto realizzare per le tombe medicee nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo. Questa scultura, mai compiuta, ha sofferto per la sua fragilità e il suo essere nata apolide, senza fissa dimora, ed è giunta a noi grazie ai restauratori che ne hanno avuto cura negli anni.
Attorno ad essa si sono mossi, guidati da suadenti voci narranti, alcuni anziani malati di Alzheimer che hanno in seguito dato forma a questo incontro realizzando una serie di lavori – o meglio, dei “capolavori di fragilità”, come li definisce l’artista Cristina Pancini – che il visitatore è ora invitato a scoprire all’interno del percorso espositivo, accanto a quelli dei detenuti della Casa Circondariale di Bergamo.

La narrazione del progetto, possibile grazie al sostegno dell’ITC Vittorio Emanuele II, è affidata ad alcuni studenti dell’ITS Vittorio Emanuele II di Bergamo – formati da Giovanna Brambilla, Responsabile dei Servizi Educativi della GAMeC, da Maddalena Lusso e Cristina Pancini – che accompagneranno i visitatori alla scoperta dei lavori, colmando l’assenza degli autori che può essere paragonata, in questo caso, all’assenza dei
migranti dai luoghi di cultura.

Dal 19 al 23 dicembre, inoltre, gli studenti saranno a disposizione dei visitatori di Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, per guidarli alla scoperta di alcune delle opere in mostra: il “buco nero” di Anish Kapoor; la grande felce di Anselm Kiefer e le sculture dai tratti antropomorfi di Simone Fattal.

La mostra Museo, terra di migrazione è a ingresso libero; i visitatori che si prenoteranno tramite associazioni legate al tema della migrazione e di fragilità di natura varia – economica, fisica, psico-fisica o mentale – potranno accedere gratuitamente anche a Black Hole.