PREMIO LORENZO BONALDI PER L’ARTE – IX EDIZIONE
SEZIONE SCUOLE CURATORIALI

Dal 23 marzo al 22 aprile la GAMeC ospita Siate misteriosi, a cura di Luca Gennati, uno dei due progetti vincitori della Sezione scuole curatoriali della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, riconoscimento che dal 2003 sostiene la ricerca di un curatore under 30.

L’opera da cui si sviluppa il progetto di Luca Gennati – studente segnalato dall’Accademia di Belle Arti di Brera – è il dipinto Le uova sul libro (1949) di Felice Casorati, donato da Gianfranco Spajani ed entrato a far parte della Collezione della GAMeC nel 1999, posto in relazione ai lavori degli artisti Marco Paganini e Masbedo in un contesto di continua tensione tra l’atto del nascondere e quello dello svelare.

Questa condizione trae ispirazione dall’esortazione che dà il titolo alla mostra, una frase incisa da Claudio Parmiggiani sull’ultima delle quattro opere che compongono il lavoro Una scultura, realizzato tra il 1975 e il 1991 e disposto in altrettanti ipotetici punti cardinali sulla Terra (Italia, Egitto, Francia e Repubblica Ceca). Un’opera, quindi, impossibile da ammirare nella sua totalità, che innesca in chi la osserva la necessità di rintracciarne il lato nascosto e non immediatamente riconoscibile.

Partendo da questo bisogno, il progetto Siate misteriosi intende favorire momenti di approfondimento e di riflessione, invitando il visitatore al confronto individuale, interpersonale e con le opere esposte che – come afferma Gennati – “si mostrano nascondendo e si nascondono mostrando”.

Il dipinto di Felice Casorati, punto di partenza del progetto, presenta un soggetto conosciuto: l’uovo, forma semplice e perfetta, frequentemente associato alla nascita. Le sei uova adagiate sulla copertina del libro in primo piano ricordano la fragilità di un oggetto in costante equilibrio, e indirizzano l’attenzione dello spettatore sulle pagine chiuse del volume, portandolo a domandarsi cosa esso nasconda. Un dubbio che, purtroppo, non troverà risposta.

Anche le scatole della serie Inside (2014-2015) di Marco Paganini suscitano curiosità: ciascuna di esse contiene gli strumenti utilizzati per lo “spolvero”, tecnica preparatoria per la realizzazione di un affresco, e oggetti che possono acquisire significati differenti in base all’esperienza e alla cultura d’appartenenza di chi li osserva. Queste opere, che per loro stessa natura possono mostrare ciò che custodiscono oppure, se chiuse, nasconderlo, invitano ad affinare lo sguardo per cogliere i rimandi simbolici suggeriti dagli oggetti in esse contenuti.

Infine, l’opera video Le Vœu (2014) di Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) dichiara, come suggerisce il titolo, l’impegno di un voto, il desiderio di un’unione che trova compimento in due mani che si afferrano. Il lavoro narra l’incontro tra l’artista e la propria opera e ricorda – grazie alla presenza dell’acqua, delle meduse, della mano senza vita di una statua – l’amore mitologico tra Pigmalione e Galatea, lo scontro tra Michelangelo e il Mosè, il desiderio di donare vita a un artefatto. Anche in questo caso, qualcosa resta celato, poiché incomunicabile: il dolore, che solo l’artista può provare in quanto l’unico ad avere piena coscienza della propria opera e delle simbologie che essa sottende.