Eldorado ospita l’installazione SoHo, un muro in rovina attraverso le cui crepe penetra una fortissima luce artificiale che abbaglia lo spettatore, mentre tutt’intorno lo spazio è pervaso da un suono misterioso,dal sapore insieme primordiale e tecnologico: il suono del Sole reso accessibile all’orecchio umano attraverso l’elaborazione di SOHO (Solar and Heliospspheric Observatory), una sonda situata a 1.5 milioni di km dalla Terra.
Ogni giorni godiamo del calore e della luce del Sole, mai però avevamo udito il suono che emette nell’Universo. Così gli artisti stessi ci parlano di questo progetto: “L’ossigeno è una splendida autostrada, ti permette di vivere e al tempo stesso di viaggiare da una parte all’ altra attraverso il rumore o il suono o quel che si vuole. Probabilmente siamo sulla Terra per sentire. Per quanto ne sappiamo è l’unico buco nell’universo dove ci sia concesso anche questo privilegio: in assenza di ossigeno i rumori non esistono, sono come morti. Lo spazio che non ci permette di vivere non contempla il sonoro”.
La mostra personale presso lo spazio Edorado della GAMeC segue i solo-show di Vedovamazzei al Magazzino d’Arte Moderna a Roma, alla The Box Associati a Torino (entrambe 2000), allo Studio Guenzani (Milano, 1998), alla British School at Rome (Roma, 1998) e al Centre for Contemporary Photography di Melbourne (1997). Tra le collettive internazionali cui hanno preso parte ricordiamo Over the Edges (Gent, Belgio, 2000) e le molte mostre allestite al Centro nazionale per le arti contemporanee di Roma, al Castello di Rivoli (Rivoli, TO), alla Chisenhale Gallery e all’ICA di Londra, all’ICA di Boston, al Konstmuseum di Malmö (Svezia), oltre alla Biennale di Kwanjiu (Corea, 1997).

Il gruppo Vedovamazzei (Stella Scala: 1964 e Simeone Crispino: 1962; vivono e lavorano a Milano) è stato fondato nel 1990. Attraverso video, dipinti, installazioni e foto, la coppia di artisti mette in scena, con acuta e spregiudicata ironia, le contraddizioni del nostro presente.
Al centro del loro interesse c’è l’immagine del futuro, intesa come mito ambivalente: meravigliosa realizzazione di un’ utopia o catastrofe e fine dell’umanità. Le loro opere includono tematiche quali la modificazione genetica, la rivoluzione informatica, il feticismo tecnologico e la trasformazione della natura umana, oltre al romanticismo legato alle idee sull’arte e sul passato. Spesso incentrato sulla messa in forma di un racconto dai contorni surreali, ironici e inquietanti, il loro lavoro mischia cronaca e letteratura, erudizione e leggenda metropolitana.