La stagione espositiva 2019 della GAMeC si apre con tre nuove mostre a cura di Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni, che testimoniano l’attenzione che il museo riserva da sempre agli artisti delle nuove generazioni.
In visione fino al 24 febbraio la prima personale in un’istituzione museale italiana di Oscar Giaconia, artista diplomato all’Accademia di belle arti G. Carrara, che vive e lavora a Bergamo; le opere video dell’undicesima edizione di «Artists’ Film International», con un focus sul lavoro di Jacopo Miliani, e lo screening della trilogia video di Driant Zeneli.

«Hoysteria», in particolare, è una ricognizione sulla più recente produzione pittorica di Oscar Giaconia: locandieri, falsari, vecchi nostromi, sentinelle, spettri e mostri popolano lo Spazio Zero del museo, che è totalmente «contaminato» dalla salpa, un derivato del cuoio che nasce per non essere visto e che qui, al contrario, riveste ogni cosa, fungendo da contenitore delle numerose opere esposte.

Le sale del primo piano accolgono le opere video degli artisti selezionati per l’undicesima edizione di «Artists’ Film International», che verte sul tema del «gender». Il lavoro presentato dalla GAMeC è «Deserto», di Jacopo Miliani, che trae spunto dal film «Teorema» di Pier Paolo Pasolini e riflette sulla possibilità di parlare di identità multiple attraverso l’invenzione di un nuovo linguaggio.
Per l’occasione, l’artista presenta inoltre due nuove produzioni video che sviluppano ulteriormente l’indagine su questo tema, realizzate in collaborazione con il museo: «Hand Performance» e «TEOREMA TEOREMA TEOREMA», prosieguo del progetto dedicato a Pasolini.

Infine, in Sala Proiezioni è visibile la trilogia video «When Dreams Become Necessity» di Driant Zeneli, artista chiamato a rappresentare l’Albania alla prossima Biennale di Venezia. L’opera costituisce una riflessione sul fallimento, inteso non come fine ma come opportunità per immaginare sentieri ancora inesplorati, accogliendo lo stimolo di nuove sfide.