La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista inglese Tris Vonna-Michell.
La mostra è parte del programma Eldorado, che la GAMeC dedica ormai da anni agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a presentare un progetto site-specific commissionato per l’occasione.
Il lavoro di Tris Vonna-Michell è una complessa costruzione narrativa che si sviluppa nel tempo e che l’artista costruisce come un racconto in divenire attraverso l’uso di molteplici mezzi come performance, video e suono. Tris Vonna-Michell è un viaggiatore della memoria che attraversa il passato e il presente, proiettando la quotidianità sulla storia e intrecciando le proprie esperienze personali con l’eco di avvenimenti all’apparenza estranei tra loro.

Il titolo della mostra Studio A: Monumental Detours / Insignificant Fixtures (2008 – ongoing) indica che a comporla sono due installazioni che convergono in un’unica, complessa costruzione fatta di voci, racconti e immagini che provengono da luoghi e tempi tra loro distanti.
Il punto di partenza è Studio A, un’installazione già presentata alla Biennale di Berlino del 2008 e al Museo d’Arte Contemporanea di Detroit nel 2009, riproposta in una nuova versione, pensata per gli ambienti della GAMeC e che, in quest’occasione, si intreccia con il lavoro inedito Monumental Detours/ Insignificant Fixtures. Studio A è un’installazione in progress che ha come soggetto la città di Detroit e la sua storia, uno spazio in cui realtà e finzione si sovrappongono: se, infatti, negli anni Venti Detroit costituiva una florida promessa di espansione industriale e di benessere, oggi la città è il teatro principale della crisi globale dell’industria automobilistica. Studio A è, quindi, un complesso set dove passato e presente si incontrano e mettono in scena il capitalismo come luogo dell’aspirazione e, al contempo, della disillusione.

Ma a Detroit è stato ambientato anche RoboCop, il film di fantascienza urbana del 1987 che aveva come protagonista un poliziotto cyborg. Una fantasia dai toni oscuri su giustizia e sopruso e in cui l’immagine un tempo futuribile della metropoli americana si risolve in una metafora di fallimento. In Studio A convergono materiali di archivio, immagini e suoni frutto della permanenza dell’artista a Detroit nel 2007: la città diventa quindi non solo oggetto di un’archeologia industriale e della memoria, ma anche uno spazio di proiezione personale, dove le fantasie individuali si sovrappongono alla storia e alla finzione cinematografica.

A questa nuova edizione di Studio A si aggiunge l’opera inedita Monumental Detours / Insignificant Fixtures, anch’essa frutto dei viaggi che l’artista ha compiuto a Detroit tra il 2007 e il 2008. Quest’esperienza confluisce nella stesura di un testo, in cui non solo l’artista racconta i suoi attraversamenti quotidiani di questo ambiente post-industriale, ma anche di un sogno fatto alla fine della sua permanenza. In questo modo, l’esperienza conscia della città e quella inconscia convergono in questa sorta di breve diario di bordo, cui si aggiungono altre fonti sonore registrate all’aperto, come se l’esterno della città si riversasse all’interno del museo.
Le installazioni di Tris Vonna-Michell sono componimenti ricchi di mistero e suggestione, partiture architettoniche in cui il suono, la luce e gli oggetti più comuni, provenienti da un passato più o meno recente e comunque rimosso, diventano casse di risonanza di un’esperienza assolutamente individuale, cioè quella dell’artista, in cui viaggio, memoria, finzione e invenzione convivono.

In occasione della mostra il materiale sonoro di Monumental Detours / Insignificant Fixtures è stato inciso su un disco 33 giri prodotto dalla GAMeC in collaborazione con la Kunsthalle di Zurigo. Il vinile è stampato in un’edizione di cui alcune copie, numerate e firmate dall’artista, esistono in tiratura limitata.

La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.