Il Comune di Bergamo, Assessorato alla Cultura e la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea presentano al pubblico dal 26 gennaio al 25 febbraio 2007 il progetto dell’artista Yoko Ono in occasione del “Giorno della Memoria” presso la Porta di S. Agostino.

Il “Giorno della Memoria”, che ricorre il 27 gennaio, è l’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz avvenuta nel 1945, ed è stato istituito in ricordo del genocidio e della persecuzione del popolo ebraico e dei deportati italiani nei campi nazisti.

L’Assessorato alla Cultura e la GAMeC ricordano questa importante ricorrenza attraverso una mostra di Yoko Ono, dopo le esperienze con Fabio Mauri (2005) e William Kentridge (2006). La personale si compone di tre installazioni We’re All Water, la rinnovata versione di Pieces of Sky e il lavoro inedito Mother Earth.

L’opera We’re All Water, realizzata nel 2006, consiste in una serie di bottiglie in vetro trasparente riempite d’acqua ed etichettate con nomi di persona.
Pieces of Sky, come il titolo suggerisce, sono pezzi di un puzzle che rappresenta il cielo e che ciascun visitatore può prendere; l’opera viene di volta in volta contestualizzata collocando i “pezzi di cielo” in diversi contenitori come elmetti della Seconda Guerra Mondiale o, come in questo caso, in un’urna funeraria. Il terzo lavoro Mother Earth, che completa il progetto, è composto da tre manciate di terra provenienti da differenti aree cimiteriali: una cristiana, una musulmana e una ebrea e completato con testi dell’artista.

Da sempre Yoko Ono esplora gli aspetti legati alle dinamiche della partecipazione e della comunicazione sostenendo che finché esiste dolore nel mondo non è possibile la felicità personale perché l’esperienza del singolo si lega con quella universale, cosicché i processi di trasformazione individuale si identificano con quelli di trasformazione politica. Temi centrali dei lavori di Ono sono i concetti di amore e pace, considerati dall’artista l’unica via verso il futuro dell’umanità.

Yoko Ono nasce a Tokio nel 1933 e alla fine della Seconda Guerra Mondiale si trasferisce con la famiglia a New York.
Nota al pubblico come compagna di John Lennon e per gli happening pacifisti organizzati, Yoko Ono è un’importante artista concettuale sin dall’inizio degli anni ’60, quando fonda, insieme ad un gruppo di giovani ispirati alla cultura non-occidentale, l’associazione libera di artisti d’avanguardia denominata Fluxus, dedita alla sperimentazione musicale, poetica e artistica. Qui Ono trova spazio per esplorare, prima tra tanti altri artisti (tra cui Ken Friedman, Ben Patterson, Giuseppe Chiari e Gianni Emilio Simonetti) l’arte concettuale e le performance artistiche. Un esempio delle sue performance è Cut Piece: l’artista, seduta su un palco, invitava il pubblico a tagliare con delle forbici i vestiti che indossava fino a restare nuda.
Famoso è il manifesto “War is Over-if you want it”, realizzato nel 1969, insieme al compagno John Lennon, per protestare contro la tragedia umana della guerra in Vietnam. Della sua ispirazione artistica lei stessa ha dichiarato: “sono sempre dentro me stessa e in ascolto di quello che succede nella mia testa. Sono come un condotto per quei messaggi che arrivano attraverso me. Sono incuriosita da tutto, nello stesso modo, ogni giorno. Sono innamorata della vita, del mondo, ogni momento”.